Ercolino, piccolo, grande uomo

di Michele Fiorini, Marion Comici e Marco Procaccini

(tempo di lettura dell’articolo: 3 minuti e 30”)

(durata del video 2h 12′ 28″)

Abbiamo già sottolineato qui nel blog che la nuova stagione 2019/2020 sta segnando un cambiamento nel dna di “Ricordi di Palio”. Non solo per quanto attiene alla maturazione del progetto, guidato da Michele Fiorini, alle sue ricerche e al modo in cui si acquisiscono notizie, aneddoti e retroscena sui fantini e sulle Carriere di cui si parla. Abbiamo già anche citato le poesie che compaiono alla fine di ogni puntata di Simonetta Losi, che sono tutte fantastiche.

Ma è cambiato proprio l’approccio alla Memoria. Si scava più a fondo, si entra più dentro. Ai sentimenti, alle sensazioni provate dai protagonisti, sì, ma anche e soprattutto dai contradaioli.

È il caso di questa puntata, che a prima vista, potrebbe essere considerata solamente di minore importanza, se solo si considerassero le Vittorie riportate sul Campo da Adolfo Manzi, detto Ercolino, che vinse appunto “solo” due Palii, quello del 16 agosto 1973 per la Nobile Contrada dell’Aquila e quello del 16 agosto 1981 per la Nobile Contrada del Nicchio.

Invece, in questa puntata, si toccano le corde dei sentimenti più intensi e recònditi che possa provare un contradaiolo in alcuni momenti, anche drammatici. Si parla delle due Vittorie di Ercolino, certo, ma si parla tanto anche di Cavalli. E che Cavalli. Forse come non se n’è mai parlato in passato in altre puntate di “Ricordi di Palio”. Forse solo nella puntata dedicata a Bastiano e in quella quando Michele Fiorini incontrò Enrico Corbelli se n’era parlato così tanto. Si parla molto dei Cavalli che andavano per la maggiore negli anni Settanta e Ottanta, si parla così di Marco Polo, di Orbello, ma si parla anche di altri Cavalli che avrebbero dovuto fare sfracelli, come Pitagora, e poi non fecero nulla o quasi (celebre la sua nomea che a San Martino andava dritto).

Poi si parla dei barberi che sono stati montati da Ercolino nei ventuno Palii che ha corso. In primis, ovviamente Panezio, dato che Ercolino ci vinse il Palio del 1973 con il giubbetto dell’Aquila. Qui Ercolino racconta bene chi era Panezio. Un Cavallo che si trasformava, non appena usciva dall’Entrone.  Poi Balente de Su Sassu, il Cavallo con cui Ercolino vinse il Palio del 16 agosto 1981 con il Nicchio. Un Cavallo che è entrato nella Storia del Palio, non solo per la sua Vittoria con Ercolino nel Nicchio, ma anche per un episodio che ha dell’incredibile e che è stato ricordato nella nostra puntata con Lucianone Chiti, detto Yanez: correndo l’anno dopo nel Leocorno, uscì da Piazza scosso e tornò da solo nella Stalla del Nicchio, dove era stato Vittorioso l’anno precedente. Ma torniamo ad Ercolino e ai bomboloni. Perché i bomboloni, montati da Ercolino, sono stati tantissimi, anche perché Ercolino, c’è stato un periodo che era molto quotato al livello di Piazza, come un fantino che “mandava” bene, come si dice a Siena, un “fantino dalle mani bòne”, insomma. Qualche nome: Marco Polo, già citato prima, Rucola, quotatissima all’epoca, anche se non vinse mai. Lucianella, con cui Ercolino partì primo netto prima di affrontare il mega-cascatone del primo San Martino al drammatico Palio del 2 luglio 1976. Poi Rimini, Ascaro, Fogarizzu. E poi lui: Quebel. Un Cavallo che a Siena ha lasciato dei ricordi indelèbili, non solo nei cuori dei contradaioli che ebbero la fortuna di vederlo vincere nella propria Contrada, ma in tutti i Senesi, che ebbero la fortuna di vedere questo Cavallo all’opera. E la fama di Quebel, che è sicuramente annoverato nella “Hall of Fame” dei Cavalli del Palio di Siena, travalica anche le mere qualità della corsa, ma si espande anche per il suo carattere, molto chiacchierato all’epoca, e oggi divenuto davvero quasi leggendario.

Ercolino conobbe molto bene Quebel. Era lui che lo montò in quell’ultimo drammatico Palio del 16 agosto 1979 nella Contrada Priora della Civetta, la Contrada di appartenenza di Michele Fiorini. Un Palio che da festoso quale sarebbe dovuto essere, per una Contrada come quella del Castellare, che aveva appena vinto il Palio precedente del 4 luglio 1979 con lo stesso Cavallo, si trasformò in altamente drammatico. Qui, in questo video, potrete quindi ascoltare come andarono le cose dalla viva voce dell’ultimo fantino che ha montato Quebel in Piazza, prima del suo volo in Cielo, e anche dalla viva voce di Michele Fiorini, che era un ragazzo, ma ricorda benissimo quanto accadde.

Ma questa è anche una puntata ricca di neologismi senesi, per così dire, tutte parole o espressioni gergali che per i Senesi sono comuni, ma che invece per chi non è di Siena non sono molto conosciute. Non so per quale ragione in questa puntata di “Ricordi di Palio” sia Michele Fiorini che Ercolino o gli ospiti che intervengono, citino così tante espressioni paliesche tipiche. Probabilmente è solo un caso, fatto sta che il pubblico avrà modo di entrare in familiarità con la parola “abboccamento” o con l’espressione “arrivare un fantino”. E poi ancora “partire dopo gli armigeri” o “il Palio telefonato”. Si scoprirà che cosa significa “trombone”, parola normale sentita a Siena o anche che “Siena è stata la prima città al mondo dove è stato attivo il wi-fi”, con questo senza voler intendere cose prettamente tecnologiche, ma anzi, specie in senso paliesco, che le voci su fantini e cavalli han sempre girato talmente veloci nei giorni di Palio, anche nei tempi che furono, che la faccenda è divenuta ormai proverbiale di come Siena sia davvero unica al mondo. Anche per la comunicazione tra le persone. E specie quando si parla di Palio!

Buona visione!

Fabrizio Gabrielli

Riferimenti:

La scheda di Adolfo Manzi, detto Ercolino su ilpalio.org

La scheda di Quebel su ilpalio.org

La scheda di Panezio su ilpalio.org

La scheda del Palio del 16 agosto 1973 su ilpalio.org

La scheda del Palio del 16 agosto 1981 su ilpalio.org

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