Enrico Corbelli, le storie di “Ganascino”

di Michele Fiorini, Klaus Biancucci, Simonetta Losi e Cecilia Rigacci

(tempo di lettura dell’articolo: 7 minuti e 30″)

(durata del video: 1h 41′ 15″)

Non abbiamo fatto il conto preciso, ma se dovessimo farlo scopriremmo che in questo video di oltre un’ora e mezza vengono citati, a occhio e croce, 200 nomi tra: cavalli, cavallai, fantini, dirigenti di Contrada, barbareschi, veterinari, contradaioli e mossieri. Non mancano nemmeno le citazioni, con racconti e aneddoti circostanziati, cioè per niente affatto a casaccio, di: commercianti, elettricisti, imprenditori della zona, contadini, allevatori di maiali, barrocciai e cenciaioli. Ah sì. Giusto. Il cenciaiolo “Ganascia”, giusto lui, di cui Enrico Corbelli ci racconta che è passato alla storia per aver contribuito a far nascere il soprannome, dato poi dalla Contrada della Tartuca a Fernando Leoni, che fu detto appunto Ganascia, all’esordio nel suo primo Palio vittorioso del 16 agosto 1930 con il cavallo Carnera.

Fossero stati figli di sangue, Ganascia e Ganascino, cioè Fernando Leoni ed Enrico Corbelli, questo legame così stretto sarebbe conclamato. Invece non tutti a Siena sanno di questo legame così importante che unì il fantino amiatino Leoni, già a sua volta figlio d’arte (il padre era Domenico Leoni, detto il Moro), a Enrico Corbelli. Altri tempi, si dirà. Una frase fatta che serve a spiegare spesso, anche a Siena, cose di cui non si capisce il valore e l’importanza. E invece il rapporto che legò Corbelli a Leoni fu un rapporto quasi “zen” tra allievo e maestro, nemmeno legato da consanguineità, ma da semplici “affinità elettive”, che a Siena vuol dire solo una cosa: l’amore per i cavalli.

Ecco, è questo che traspare dal racconto di Enrico Corbelli, un racconto che ci coinvolge tutti in un tuffo nel passato che riguarda Siena, il Palio, come si viveva una volta in Italia in generale. Sono racconti di come il barrocciaio trasportava i mattoni, di come il cenciaiolo (il famoso “Ganascia” dell’aneddoto che ci racconta Enrico) girava per il centro storico a chiedere che gli dessero gli stracci per quattro soldi, vero esempio di riciclaggio ante litteram al quale dovremmo tornare un po’ tutti, se riflettiamo a come vissero i nostri nonni solo 50 anni fa.

Ecco, Enrico, qualche volta, nel raccontare al nostro Michele Fiorini, dà delle chiavi di lettura, giudica e paragona com’erano le cose una volta e come sono oggi e lo fa parlando di Palio, di cavalli, di previsite, di relazioni tra le Contrade, tra fantini. Ma il viaggio che Michele ed Enrico ci fanno fare è un viaggio, più in generale, per farci capire le cose che oggi sono cambiate in meglio (la tutela dei barberi, l’attenzione delle Stalle di Contrada, dei veterinari di Contrada) e poi anche quelle che sono cambiate, forse, in peggio (troppa attenzione mediatica verso il Palio). È un vero e proprio viaggio nel passato che non è solo il classico e stantìo “come eravamo” nostalgico, ma che anzi ci propone un’avvincente storia di avvenimenti che credevamo perduti, come i celebri fatti, passati alla Storia, del Palio del 2 luglio 1933, l’anno del Cappotto della Tartuca, un Palio in cui Ganascia nerbò bene bene Angelo Meloni detto Picino, suo acerrimo rivale, tanto da farlo finire in ospedale febbricitante. Tra l’altro Michele Fiorini ed Enrico Corbelli ci ricordano come Picino e Ganascia non furono rivali solo nelle vicende paliesche, ma anche per vicende di donne, come abbiamo raccontato in un altro video che abbiamo girato sulle tracce di Angelo Meloni e che potete vedere cliccando qui.

Oppure le vicende altrettanto rocambolesche del Palio del 2 luglio 1946, un Palio avvincente in cui Ganascia vinse alla grande con Piero nel Valdimontone, ma che, nerbando il fantino Boccaccia dell’Oca causò “strascichi” che Michele Fiorini definisce “non proprio olimpici”, facendo sorridere di gusto chi ascolta.

O ancora le vicende che legarono Ganascia alla Contrada della Torre per due vittorie splendide nei Palii del 16 agosto 1939 e 16 agosto 1947, ricordi di Palio in cui Enrico Corbelli ci mostra l’anello che le donne della Contrada della Torre regalarono a Ganascia per la splendida vittoria del 1947, anello che oggi Enrico Corbelli custodisce ancora gelosamente.

I racconti di Enrico Corbelli su Ganascia servono anche a introdurre l’altro “filone” del racconto, che ci porta a comprendere l’atmosfera che c’era nelle corse di Provincia di un tempo, corse dove si vedevano tutti i fantini famosi. Le cazzottate erano all’ordine del giorno, ma faceva parte dello spirito dei tempi, così come faceva parte del gioco che ci fosse rivalità accesa e spirito di competizione non solo ai più alti livelli, ma anche tra i fantini “delle retrovie”.

Altri ricordi citati sono quelli di Lazzaro Beligni, detto Lazzaro, grande fantino, sicuramente sfortunato, come tutti i senesi sanno (corse oltre 40 Palii senza mai riuscire a vincerne nemmeno uno), ma che Corbelli ricorda con grande stima e grande rispetto, insieme a Donato Tamburelli, detto Rondone, il cui video sarà presto pubblicato in questo blog, per rievocarne la grandezza e la professionalità.

E poi i ricordi dei cavalli, vero grande amore di Enrico e non solo, con aneddoti e storie sulla mitica e sfortunata Vandala, che corse cinque Palii senza riuscire a vincerne uno, ma impressionando per potenza e precisione, prima di incorrere in un incidente in cui Ganascia la riportò all’Entrone nel Palio del 2 luglio 1971, sapendo già che purtroppo non ci sarebbe stato più nulla da fare. E poi ancora, parlando di cavalli entrati nella Storia del Palio, Enrico, sollecitato sempre da Michele, ci racconta di Musella e Mirabella, che se la giocavano nelle corse di provincia con Vandala. E poi ancora cavalli entrati nella leggenda, come Pitagora e il “grande” Ercole (tanto per ritornare all’epica greca e olimpica!!!), cavallo davvero potentissimo, ma che su cinque Palii disputati riuscì a girare una sola volta con la Civetta nel Palio cosiddetto “della Luna” del 21 settembre 1969, montato da Capretto, mentre negli altri quattro Palii girò dappertutto, entrando dentro al Chiasso Largo, al Casato, andando dritto al Porrione o sbattendo nei palchi e materassi, pur di non voler terminare la corsa. Cosa, questa, che ci ricorda che la Piazza non è una gara regolare, dove invece Ercole vinse dappertutto, guadagnandosi una notevole reputazione.

O ancora la rievocazione di Uana de Lechereo e di Cuana, due cavalle femmine, l’una figlia dell’altra, entrambe vincitrici di Palio (la prima con Aceto nel Leocorno il 17 agosto 1980, la seconda il 2 luglio 1982, con Il Pesse nel Valdimontone), mamma e figlia che riuscirono a correre quel Palio del 2 luglio 1982 lo stesso giorno insieme, questo sì, una cosa che può succedere solo a Siena ed emozionare una Piazza e una città intera.

Quasi paradossalmente il racconto di Enrico Corbelli fantino e quello della sua trentacinquenne carriera di mossiere in giro per tutti i Palii d’Italia, tranne quello di Siena (ed Enrico ci spiegherà il perché di questa sua scelta), passano in secondo piano, di fronte a questa monumentale raccolta di aneddoti che è rappresentata da questa video intervista. Ma va bene così, perché Enrico Corbelli è conosciuto da tutti e stimato a Siena, ha amici in svariate Contrade e, pur non essendosi mai avvicinato ad una Contrada in particolare, ha pur sempre una figlia montonaiola e una nipotina dell’Istrice.

Tirando le somme, è sicuramente vero che questa video intervista è molto parlata e con pochi video che inframmezzano la narrazione, ma non pensiate che il racconto sia noioso o langua solo perché c’è poca spettacolarizzazione. In realtà lo spettacolo che traspare dal racconto di Enrico Corbelli è quello di Siena, del suo meraviglioso mondo paliesco e non, fatto di persone indimenticate, di contradaioli che non finiranno in nessun libro di Storia del Palio, ma che hanno acceso le passioni, la stima e il rispetto di altri senesi che hanno avuto l’onore di conoscerli e che non scompariranno mai nei cuori di chi li ha avuti accanto. Questo è il grande messaggio che traspare da questo racconto e questa è anche la missione di “Ricordi di Palio”, che continuerà, anche grazie al vostro supporto, ad andare letteralmente a caccia di queste storie. Affinché non vadano perdute, anche se il mondo attorno a noi cambia.

Buona visione!

Fabrizio Gabrielli

Riferimenti:

La scheda di Fernando Leoni, detto Ganascia su ilpalio.org

La scheda di Vandala su ilpalio.org

La scheda di Musella su ilpalio.org

La scheda di Mirabella su ilpalio.org

La scheda di Ercole su ilpalio.org

La scheda di Uana de Lechereo su ilpalio.org

La scheda di Cuana su ilpalio.org

La scheda del Palio del 2 luglio 1933 su ilpalio.org

La scheda del Palio del 2 luglio 1946 su ilpalio.org

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