Sua Eminenza Mario Castellano Arcivescovo Emerito di Siena

Il 12 aprile 2007 moriva l’Arcivescovo Emerito di Siena, Mario Castellano, amato da tutti i senesi

Ecco il nostro ricordo, anche personale

(tempo di lettura: 5 minuti)

Era ligure di nascita, nato a Oneglia nel 1913, nel 1937 entrò nell’Ordine dei Frati Predicatori (Domenicani).
Fu ordinato sacerdote il 5 luglio 1942 e si laureò anche in diritto canonico presso la Pontificia Università San Tommaso d’Aquino a Roma, dove insegnò fino al 1954.

Fu nominato vescovo di Volterra il 24 agosto 1954 e consacrato il 31 ottobre 1954. Il 3 agosto 1956 fu promosso alla sede titolare arcivescovile di Colossi e nominato assistente ecclesiastico nazionale dell’Azione Cattolica.
A Siena giunse come metropolita il 6 giugno 1961, mentre il 7 ottobre 1975 fu poi nominato vescovo di Colle di Val d’Elsa e il 19 gennaio 1978 vescovo di Montalcino quando le tre diocesi furono unificate.

Essendo domenicano, fu devoto e profondo conoscitore di Santa Caterina da Siena. Approfondì la conoscenza della vita e della spiritualità della Santa nel corso di tutta la sua vita ed i suoi studi lo fecero adoperare affinché fosse proclamata Dottore della Chiesa il 4 ottobre 1970, per volontà di papa Paolo VI.
Mario Castellano fu il promotore della nascita dell’Associazione ecumenica dei Caterinati, sodalizio religioso che nasceva dall’Antica Confraternita di Santa Caterina in Fontebranda e che si diffuse in Italia e in tutto il mondo, divenendo poi nel 1992 Associazione Internazionale dei Caterinati; dal 1970 al 1990 ne fu presidente e poi fino alla morte, presidente onorario.

Dal 1970 inoltre iniziò a lavorare affinché Santa Caterina fosse proclamata Patrona d’Europa e il suo impegno ebbe successo il 1º ottobre 1999, per volontà di papa Giovanni Paolo II.
Il 14 novembre 1989 rinunciò alla cattedra senese per raggiunti limiti di età, divenendo Arcivescovo Emerito.
Giunto oltre la soglia dei 90 anni con alcuni problemi di salute, tra cui una forte cecità, morì a Siena il 12 aprile 2007 ed è seppellito nel Duomo di Siena.

E veniamo al ricordo personale. All’inizio del 2005 scrissi un testo su Santa Caterina da Siena, tuttora presente nel sito ilpalio.org e facente capo alla sezione “Un po’ di Storia”. Da profondo devoto della Santa, ma cercandone di farne capire la grandezza, mi limitai, nella mia “ingenuità”, a scrivere semplicemente di “Caterina”, parlando della donna, esaltandone l’umanità e le doti dirompenti della sua personalità. Non passò molto tempo (Siena, si sa, è piccola, e le voci “corrono”) che Orlando Papei, primo fondatore del sito, ricevette una telefonata dall’Arcivescovado, date anche le sue assidue frequentazioni all’Archivio Arcivescovile per le sue ricerche storiche, sia paliesche che sulla città. Io stesso mi ero a mia volta documentato alla Biblioteca degli Intronati, ma mai mi sarei aspettato di essere coinvolto in quanto vi dirò adesso, pur sapendo perfettamente che stavo andando a toccare un argomento molto delicato, sia per Siena (come tutti sapete Santa Caterina è la Santa Protettrice di ben due Contrade, la Nobile Contrada dell’Oca, perché nata nel territorio che in seguito diverrà dell’Oca, e la Contrada del Drago, ove la Santa prestava la sua opera caritatevole nella Basilica di San Domenico), che dal punto di vista religioso.

Orlando ed io fummo convocati telefonicamente da un collaboratore dell’Arcivescovo Emerito Mario Ismaele Castellano, che voleva conoscerci di persona. Andammo così nella sua residenza di Via delle Cerchia e fummo accolti dalla sua collaboratrice domestica, che ci accompagnò in un salone enorme con al centro un tavolo di legno di noce che sarà pesato otto quintali. C’era buio in quel salone, ho un ricordo di tanto buio e dei palmi delle mie mani che sudavano.

Sua Eccellenza non ci fece attendere molto. Si sedette e si scusò immediatamente del fatto che ci vedeva poco già allora (morì poi quasi completamente cieco nel 2007). Tra Orlando ed io non sapevamo chi sarebbe stato tirato in ballo, se lui come titolare del sito o se io come autore dello scritto, ma la mia personale paura era quella che Sua Eccellenza ci avrebbe fatto una ramanzina da paura. Come chi mi conosce di persona sa, io sono solo senese di adozione, o meglio, per vocazione, e trovarmi lì, convocato su argomenti così grandi, forse più grandi anche di noi, mi sembrò una cosa che non mi sarei mai potuto aspettare, quando iniziai ad avvicinarmi al mondo senese e contradaiolo. Sapevo che Sua Eccellenza aveva portato Sua Santità Giovanni Paolo II a Siena, sapevo anche che egli aveva giocato un ruolo fondamentale nella proclamazione di Santa Caterina come Santa Patrona d’Europa. Insomma, Sua Eccellenza Mario Castellano non era un Arcivescovo qualunque, per quanto un Arcivescovo non possa mai essere sicuramente una persona banale. Ma la sua autorevolezza era indiscussa a Siena, in anni in cui Siena era un esempio di probità e rettitudine morale per tutta l’Italia.

Insomma, già mi fischiavano le orecchie e mi aspettavo una lunga ramanzina… Tra me e me, durante quell’attesa, mi ripetevo che se eravamo stati convocati era sicuramente perché l’avevamo fatta grossa! E invece, con mia grande sorpresa, con tono suadente, sicuro e conciliante, Sua Eccellenza mi fece i complimenti per quel testo, dicendomi che era stato molto apprezzato da tutti. Mi fece solo un appunto sul fatto che chiamavo la Santa solo come Caterina, quasi che fosse un’amica, una persona di casa, ma io risposi che l’effetto era intenzionale e che avrei voluto che se ne comprendesse la sua grandezza come donna, ancor prima che la sua Santità. Il colloquio durò circa venti minuti, in cui ci fu una breve discussione sulla bibliografia da me adottata. In pratica fu come tornare a scuola: infatti subii una sorta di interrogazione scolastica! Poi, terminate queste doverose precisazioni, Sua Eccellenza ci congedò, raccomandandoci di contattare Padre Alfredo Scarciglia, Assistente ecclesiastico dell’Associazione Internazionale Caterinati, nonché Correttore della Contrada del Drago, con cui poi ebbi un breve scambio di email e che sostanzialmente approvò lo scritto con tutti i suoi crismi.

Tante volte sono i casi della vita che fanno sì che sia la stessa Contrada a scegliere noi. Vale anche per i senesi di nascita, che magari, nel corso della loro vita, si allontanano dalla Contrada e poi le si riavvicinano in varie tappe, ma questo vale ancor più per chi senese di nascita non è, come il sottoscritto. E devo dire che quell’episodio, così come tutta la Storia di Santa Caterina e il riconoscerne ancor più la sua grandezza universale, hanno contribuito poi a far sì che fosse la mia Contrada a scegliere me, più che io lei.

Fabrizio Gabrielli

La vita di Santa Caterina su ilpalio.org

Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento non posso non suggerire di leggere la Storia della Vita di Santa Caterina da Siena, Legenda Maior, di Beato Raimondo da Capua, Edizioni Cantagalli, Siena 1994

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